Lo sguardo della anoressia
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Anoressia, la risposta alla luce.
Ho iniziato a lavorare 50 anni fa come anestesista. Una decina d’anni dopo ho aggiunto all’attività ospedaliera la libera professione come dietologo ed in seguito come neurologo.
Cinquant’anni fa gli anestesisti non potevano registrare i parametri vitali con le sofisticate strumentazioni attuali.
Dovevano accontentarsi dei pochi segni che si potevano ottenere da un paziente narcotizzato: la pressione ed il polso, il colorito della pelle, l’ammiccamento e … le pupille.
Dalla risposta delle pupille alla luce si ottenevano molte informazioni: profondità dell’anestesia, stabilità nervosa, stato neurovegetativo.
Ho preso l’abitudine di valutare la dilatazione delle pupille non solo come anestesista, ma anche come dietologo e neurologo.
Mi sono accorto che la stragrande maggioranza dei pazienti anoressici che seguivo aveva pupille molto dilatate. I restanti avevano pupille costrette o tendenti alla costrizione. Nei pazienti anoressici la costrizione intermedia era pressoché assente.
C’era un altro dato importante. I pazienti con le pupille dilatate erano reattivi, rispondevano meglio alle terapie, mentre gli altri erano molto più resistenti e refrattari.
Appartenevano in genere allo stadio avanzato cronico o terminale. Ho cercato di dare un significato a tutto questo. Ne è nato il libro che ho intitolato “Lo sguardo della anoressia”, disponibile in formato Kindle e cartaceo.